2023 GIOVENTÙ
SONOGNO E GORDOLA

 

fotografo dell’evento: Florian Spring

 
 

2022 CASE CHE RESPIRANO
BRIONE VERZASCA

Artisti esposti

Case che respirano
4Plus (Armenia)
Aline D’Auria (Svizzera)
Dina Oganova (Georgia)
Julia Fullerton-Batten (Germania/UK)
Marie-Pierre Cravedi (Francia/CH)
Natela Grigalashvili (Georgia)
Rebecca Bowring (UK)
Roxana Savin (Romania)
Stephen Kelly (UK/Svizzera)

Premio Nera di Verzasca
Tomasz Kawecki (Polonia)

Residenze Artistiche
Anita Khemka & Imran Kokiloo (India)
Belhassen Handous (Tunisia)
He Bo (Cina)
Jake Niemiec (USA)
Lisa Lurati (Svizzera)
Maryna Shtanko (Ucraina)
Victor Zea (Perù)

La casa è un perimetro: definisce lo spazio entro cui abitiamo. Quando in tempi remoti i nostri antenati si radunavano nella notte intorno al fuoco, le fiamme tracciavano il confine tra una zona calda e luminosa e il buio. In questo confine tremolante e evanescente si ravvisa forse il primo nucleo dell’idea di casa.

Con la costruzione di pareti e separazioni, quell’idea ha preso una forma concreta: dal fuoco, il focolare. Nelle case rurali della valle Verzasca, il focolare è chiamato cà da föch: la casa del fuoco. In questa casa nella casa, tra pareti di pietra annerite dal fumo, si concentrava la vita degli abitanti: qui ci si riuniva, si cucinava, mangiava, parlava, lavorava.
È quello che si fa ancora oggi in baracche, palazzi, villette, tende, capanne o caravan: i gesti essenziali dell’abitare si somigliano e ci accomunano, come hanno evidenziato anche i mesi della pandemia. Mesi in cui è riemerso un sentimento che sembrava estinto: la paura arcaica di ciò che sta fuori casa, nel buio oltre il fuoco. Tutt’a un tratto siamo tornati a percepire il perimetro entro cui abitiamo.

Quest’anno il Verzasca Foto Festival esplora le case e chi le abita. Vi racconteremo storie di case in cantiere o in rovina, di case senza persone e di persone senza casa. Di case nomadi e di case ancorate al territorio. Di case che sono lo specchio dei loro abitanti e di abitanti che sono lo specchio delle loro case.

A Gordola, all’imbocco della valle, un’antica villa destinata alla demolizione ospiterà la mostra degli artisti in residenza, inaugurando il progetto per una Casa della Fotografia in Ticino. Le principali attività aggregative e le esposizioni all'aperto si svolgeranno invece, per il secondo anno, a Brione Verzasca.
Tra mura in sasso, strettoie e piazzette, le case fotografate da artisti internazionali dialogheranno con le case in pietra del nucleo. Un dialogo che rivela le costanti dell’abitare nel mondo ma mostra anche come ogni spazio è diverso nel suo modo di accogliere, isolare, liberare, respirare.


2021 QUESTIONI DI TATTO
BRIONE VERZASCA

Artisti esposti

Edgar Martins (Portogallo)
Victoria Viprada Balaban (Moldavia/Romania)
Mathilda Olmi (Svizzera)
Kim da Motta (Svizzera)
Andrea Camiolo e Arianna Zanetti (Italia)
Bas Losekoot (Paesi Bassi)
Hiro Tanaka (Giappone)
Renée Jacobs (USA)
Federico Frangi (Argentina)
Cemre Yesil (Turchia)
Kelly-Ann Bobb (Trinidad & Tobago)
Sarah Mei Herman (Paesi Bassi)
Red Rubber Road (Svizzera)
Joanna Wierzbicka and Alessandro Simon (Polonia/Italia)
Nicolas Polli (Svizzera)
Nathalie Vigini (Svizzera)
Silvia De Giorgi (Italia)

Residenze Artistiche
Farside Collective (India)
Oksana Yushko (Russia)
Omnia Sabry (Egitto)
Zhen Shi (Cina)

Premio Nera di Verzasca
Nicola Bertasi (Italia)

Fotografa Evento Marta Panzeri

Il tatto è stato ritenuto fin dall’antichità il meno ingannevole dei nostri sensi, il più certo: solo ciò che tocchiamo esiste; solo ciò che ci tocca, esiste. Chiudendo gli occhi scopriamo l’importanza di questa percezione.
Il tatto implica una particolare forma di reciprocità: non possiamo toccare senza essere a nostra volta toccati e, forse proprio per questa ragione, toccare ci aiuta a connetterci con gli esseri umani e gli elementi attorno a noi. Attraverso gesti come accarezzarsi, tenersi per mano e abbracciarsi possiamo comunicare, confortare ed esprimere sostegno, creando condivisione e benessere reciproco.

Negli ultimi due anni, la pandemia ha reso il tatto tabù. L’imposizione delle distanze sociali ci ha costretto a tradurre in digitale le nostre interazioni e la paura della malattia ha trasformato le nostre mani in qualcosa da temere, evitare. Eppure, una sorta di carestia tattile era già in atto tra le persone, favorita proprio dalla tecnologia e i social network.

Con un’edizione dedicata al tatto, quest’anno vogliamo mostrare, attraverso le immagini di fotografi nazionali e internazionali, l’importanza dello scambio fisico e della connessione tra esseri umani.

Il Verzasca Foto Festival 2021 porta inoltre con sé una grande novità. Dopo sette edizioni svoltesi a Sonogno, il Festival si terrà per la prima volta a Brione Verzasca, con incontri, letture, proiezioni notturne e concerti presso il Castello Marcacci e mostre nei boschi del paese.

Anche quest’anno ci proponiamo di met­tere in relazione fotografi e visitatori con il territorio e le persone che lo abitano. Attraverso incontri, momenti conviviali e mostre all’aperto che interagiscono con la natura e l’architettura dei villaggi in pietra, i visitatori potranno esplorare il ter­ritorio in sinergia con le opere, gli artisti e le persone del luogo, in un dialogo intimo e informale.


2020 DI UOMINI E DI BOSCHI
SONOGNO, VALLE VERZASCA

Artisti esposti
Aggelos Barai (Albania)
Agnieszka Gotowala (Polonia)
Alexandra Baumgartner (Svizzera)
Andrea Basileo (Svizzera)
Anton Polyakov (Moldavia /Transnistria)
Christopher de Béthune (Belgio)
Diego Moreno (Messico)
Elly Heise (Canada)
Filippo Valoti Alebardi (Italia/Russia)
Florence Goupil (Perù)
Giorgio Negro (Svizzera)
Graziella Antonini (Svizzera)
Joan Alvado (Spagna)
Luca Zanetti (Svizzera)
Olivia Heussler (Svizzera)
Oskar Alvarado (Spagna)
Pablo Chaco (Colombia)
Paz Olivares Droguett (Chile)
Tomaso Clavarino (Italia)
Tomasz Fall (Svizzera)
Yorgos Yatromanolakis (Grecia)

Artista in residenza
Florian Spring (Svizzera)

Premio Nera di Verzasca
Uygar Onder Simsek

(Nota) A causa della situazione covid19 in questa edizione abbiamo potuto ospitare meno pubblico che solitamente. Siamo felici che, nonostante le limitazioni, abbiamo potuto organizzare eventi e visite alle mostre dividendo i nostri ospiti in piccoli gruppi. Tutte le attività si sono svolte all'aperto.

Fotografo dell’evento: Samuel Rubio

Molteplici sono le forme d'interagire con il bosco: sostentamento, sfruttamento, svago. A differenza di altre, l’essere umano è la sola specie che attraverso opere di distruzione e ricreazione ne modifica radicalmente la sua natura.

Tuttavia, l'alterazione accelerata e l’invasione incontrollata dell’ambiente conducono a conseguenze, che prima o dopo coinvolgono tutti gli esseri viventi. Così, al culmine di usura, indifferenza e trascuratezza nei confronti della sua casa, anche l’essere umano è confrontato con il disfacimento dell’ambiente che ammalato fa ammalare il principale responsabile.

I boschi che hanno abbandonato lo stato primario, se adoperati e custoditi in maniera rispettosa ed equilibrata, permettono però la convivenza con le superfici abitate, necessarie alla sopravvivenza di una società e una cultura di carattere rurale.

Una folta superficie boschiva cresce sopra i terreni rocciosi della Valle che ospita il Verzasca Foto Festival. Per gli abitanti di queste montagne, in un passato non molto lontano, gli alberi erano tra le principali fonti di sussistenza,partendo dalle radici che crescono sui pendii, ai tronchi tagliati che viaggiavano lungo i fiumi, fino alle ceneri che gli avi raccoglievano nei camini delle città. 

Nel presente, la consapevolezza a livello globale dell’importanza del mantenimento dei boschi e la semina di nuovi alberi sono una risposta al rapido evolversi dell’emergenza climatica. Ieri come oggi, siamo sempre noi a necessitare il bosco, non il contrario.

Anche quest’anno, con la settima edizione desideriamo ribadire l’essenza del carattere espositivo del festival. Attraverso mostre all’aperto in natura, ci proponiamo di far confluire differenti contesti e approcci umani in relazione alle superfici boschive. Da sempre, questo evento cerca l’interazione con il territorio e le persone che lo abitano. Una comunità che vive circondata dal bosco, che usa e cura instaurando una convivenza armonica. Un luogo dove le opere di fotografi di tutto il mondo si mescolano delicatamente con esso per una stagione.

Nei piccoli villaggi in pietra circondati da faggi, castagni e larici,l’esploratore-visitatore potrà vivere esperienze in montagna tra arte e natura, insieme a fotografi, appassionati e comunità locale. Momenti accompagnati da incontri in un ambiente conviviale, esposizioni collettive, tavole rotonde, musica dal vivo e proiezioni audio-visive.

Il bosco può essere luogo di solitudine ma anche d’incontro vitale. Nel sottosuolo le radici di differenti alberi si uniscono, comunicando e alimentandosi a vicenda. Sopra di esso desideriamo che avvenga lo stesso tramite il confluire di persone di diverse culture e sensibilità.


2019 IN CAMMINO
SONOGNO, VALLE VERZASCA

Artisti esposti
Elena Anosova (RU)
Isabelle Blanc (CH)
Thomas Brasey (CH)
Cesar Dezfuli (ES)
Andrea Ebener (CH)
Mohamed Keita (CI)
Yann Laubscher (CH)
Lisa Lurati (CH)
Alessia Olivieri (CH)
Ayline Olukman (FR)
Alessia Rollo (IT)
Carlo Rusca (CH)
Arianna Sanesi (IT)
Maria Sturm (RO)
Roberto Tondopo (MX)
Diego Vidart (UY)
Marylise Vigneau (FR)
Thomas Weisskopf (CH)
Christian Werner (DE)
Patrick Wichert (GB)
Ruben Wyttenbach (CH)
Luca Zanetti (CH)

Premio Nera di Verzasca
Ana Zibelnik (SI)

Artisti in residenza
Halik Azeez (LK)
Olga Cafiero (CH)
Malika Sqalli (MA)
Jin Zhang (CN)

Fotografa dell’evento: Chiara Marazzi
Altre foto: Pietro Tafaro, Nathalie Vigini, Alfio Tommasini

Camminare è bisogno, svago, fisiologia, riflessione. A volte c’è una meta; altre volte, no. La definizione del vocabolario, alla lettera e senza alcuna interpretazione, definisce il verbo come lo spostamento, a piedi, da un punto all’altro.

Due sono i dinamismi del cammino: fisico che permette agli esseri umani di muoversi e scoprire lo spazio; metafisico che porta alla dimensione riflessiva e contemplativa, di spazio e tempo. Muoversi a piedi può essere anche azione fisica e metafisica insieme.

Camminare può rivelarsi un atto liberatorio e piacevole (una passeggiata) o necessario e vitale (la fuga verso la libertà e un futuro migliore). Camminare – perdendosi anche – nutre la nostra sensibilità, amplia il nostro punto di vista: è strumento di conoscenza del mondo circostante, delle persone che lo abitano e di noi stessi.

Lungo il cammino, gli incontri e gli orizzonti che si scoprono ed esplorano sono molteplici e diversi fra loro, ognuno con la sua portata conoscitiva, sensoriale, emotiva ed estetica. Ciascuno, però, può condurci a fonti d’ispirazione e stimoli, indispensabili al processo creativo.

Ognuno di noi ha le sue strade che percorre o ha percorso a modo proprio, il Verzasca Foto Festival 2019 vorrà essere crocevia dei cammini intrapresi, quelli ancora in divenire e quelli non ancora esplorati. La sesta edizione è dedicata all’umanità in cammino e il festival sarà luogo d’interazione e integrazione, un’occasione di scoperta e condivisione di storie, grazie alla partecipazione di fotografi provenienti da ogni parte del mondo. Il festival è un luogo dove la fotografia è pretesto e anche tema di riflessione.

Oltre la strada asfaltata che l’attraversa, la Valle Verzasca si apre a sentieri battuti e vie inesplorate. L’invito che rivolgiamo è spingersi a perdersi in quelle strade sapute o sconosciute – o entrambe – : ciascuno secondo il proprio ritmo, seguendo la propria sensibilità e la propria curiosità.

Un invito a fotografi, appassionati e anche affezionati della manifestazione a trascorrere un po’ del loro tempo – fermandolo – a Sonogno, condividendo momenti ed esperienze, scoprendo al contempo le storie vicine e lontane, attraverso il racconto delle immagini, secondo la consolidata formula che disegna un’anatomia espositiva fatta di mostre all’aperto, tavole rotonde, punti d’incontro e le suggestive e immersive serate con presentazioni e proiezioni di talentuosi fotografi.


2018 IL BOSCO INTERIORE
SONOGNO-FRASCO-LAVERTEZZO, VALLE VERZASCA

Artisti esposti
Roshan Adhihetty (CH)
Teo Becher (FR)
Nathalie Bissig (CH)
Andrea Eichenberger (BR-CH)
Farzin Foroutan (IR)
Kasia Jackowska (PL-CH)
Claire Laude (DE-FR)
Eva Lauterlein (CH)
Brigitte Lustenberger (CH)
Derek Man (UK)
Emilio Nasser (AR)
Zuzana Pustaiová (SK)
Massimiliano Rossetto (CH)
SooS Chronicles (IT)
Gihan Tubbeh (PE)
Javier Medina Verdolini (PY)
Cecilia Vidal (UY)
David Wagnières (CH)
Jagoda Wisniewska (PL-CH)
Tomas Wüthrich (CH)

Premio Nera di Verzasca
Ilana Bar (BR)

Artisti in residenza
Mai Al Shazly (EG)
Camila Rodrigo (PE)

Fotografo dell’evento: Pietro Tafaro
Altre foto: Chiara Marazzi, Nathalie Vigini, Alfio Tommasini

Il bosco interiore è il tema della quinta edizione del Verzasca Foto Festival. I progetti esposti a cielo aperto e in dialogo con l’ambiente circostante, riuniscono una delle visioni sulle quali si basa l’evento: la natura percepita come fonte di stimolo creativo. Camminare ed errare nel bosco, immersi in un universo primordiale e libero. Un percorso da cui trarre ispirazione.

Esploratori del bosco sono venti artisti locali e internazionali che, attraverso pluralità di sensibilità e rappresentazione, ci mostrano uno spaccato della ricerca fotografica contemporanea: dal nuovo documentarismo alla narrazione lirica, ironica o concettuale. Immagini della natura esteriore e di quella interiore sono rappresentate dai lavori esposti, cristallizzazioni di sensibilità diverse cresciute in contesti altri; dando respiro cosmopolita.

Per le esposizioni a cielo aperto, sono stati scelti progetti in cui, per gli autori invitati il bosco è luogo – nelle sue molteplici dimensioni: fisica, metafisica ed esperienziale –, di esplorazione. Dimensioni oggettive e soggettive che ci parlano di quello che ci circonda, ma anche di ciò che sentiamo, conducendoci all’introspezione e alla riflessione artistica.

Attraverso attività quali proiezioni notturne nei grotti e nelle piazze della Valle, laboratori, tavole rotonde, concerti, passeggiate e inaugurazioni di mostre nei boschi, i partecipanti del festival hanno la possibilità di stabilire una relazione intima e informale con popolazione locale e artisti di tutto il mondo.

Verzasca Foto Festival è un evento che si svolge in una dimensione genuinamente naturale, in luoghi di montagna e pace che stimolano l’interazione tra coloro che si nutrono di sana curiosità a muoversi, cercare e scoprire.


2017 ARGINI
SONOGNO, VALLE VERZASCA

Artisti esposti
Adriane Ohanesian (USA) 
Arguiñe Escandón (ESP)
Arunà Canevascini (CH)
Bill McCullough (USA)
Camilla de Maffei (ITA)
Ettore Moni (ITA)
Federico Estol (UY)
Giles Clarke (USA)
Madoka Ikegami (JAP)
Maëlle Grand Bossi (CH)
Mariela Sancari (ARG-MEX)
Nicolas Janowski (ARG)
Pierre Emmanuel Fehr (CH)
Ronan Guillou (FRA)
Salvatore Vitale (CH-ITA)
Stephanie Buret (CH)
Tommaso Rada (ITA)
Victoria Harriague (ARG) 
Yoko Ishii (JAP)

Artisti in residenza
Gayatri Ganju (IND)
Jessica Wolfelsperger (CH)
Jorge Panchoaga (COL)

Premio Nera di Verzasca
Estrella Herrera (ARG)

Fotografa dell’evento: Elena Vaninetti
Altre foto: Alfio Tommasini (ph.1/ph.21/ph.24), Mariela Sancari (ph.6)

L’argine è luogo concreto, atto a contenere le piene di corsi d’acqua, ma anche metaforico. L’argine è segno, col preciso compito di contenere, rinchiudere, stabilire dei limiti. Il paradigma del limite, però, così come gli argini, descrive due dimensioni, quella interna e quella esterna, così un duplice movimento: ripararsi fra gli argini, ma anche romperli e uscirne.

“Argini” è il filo rosso da cui si dipanano i contenuti della quarta edizione del festival di fotografia in Valle Verzasca, nonché fertile flusso tematico della mostra en plein air, peculiarità della manifestazione. Gli argini sono quelli fisici del fiume Verzasca, che contengono e indirizzano l’andare del corso d’acqua. Gli argini possono essere naturali o artificiali creazioni umane; sono fisici e metafisici, psicologici, sociologici e filosofici. Queste sono le molteplici dimensioni del concetto che gli organizzatori hanno scelto per l’edizione 2017, un contenitore senza limiti di riflessione, che rende tangibile la costrizione del limite dell’argine, così come la sua assenza e anche la sospensione fra l’una e l’altra condizione.


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2016 NATURA E VISIONI
SONOGNO, VALLE VERZASCA

Event Photographer: Arguiñe Escandón
Other pictures credits: Yann Gross, Alfio Tommasini


2015 MARGINI
SONOGNO, VALLE VERZASCA

Artisti esposti
Musuk Nolte (Perù)
Aaron Huey (USA)
Sandra Calligaro (Francia)
Kostas Maros (Svizzera)
Ciril Jazbec (Slovenia)
Delphine Schacher (Svizzera)
Lara Gasparotto (Belgio)
Simon Tanner (Svizzera)
Anne Golaz (Svizzera)
Iveta Vaivoide (Latvia)

Flavia Leuenberger (Svizzera)
Alessandra Meniconzi (Svizzera)
Juliette Russbach (Svizzera)
Coletivo Garapa (Brasile)
TerraProject (Italia)
Artisti in residenza
Christian Lutz (Svizzera)
Karen P. Biswell (Colombia)
Premio Nera di Verzasca
Mateusz Sarello (Poland)

Pictures credits
Flavia Leuenberger (6,8,11,14,18,19,22,23)
Christopher De Béthune (all B&W photos)
Patrick Zachmann (9)
Christian Lutz (4)


2014 FINESTRE SUL MONDO
SONOGNO, VALLE VERZASCA

Artisti esposti
Daro Sulaukari (Georgia)
Yann Gross (Svizzera)
Tiago Coehlo (Brasile)
Federico Sutera (Italia)
Nelly Rodriguez (Svizzera)
Igor Ponti (Svizzera)
Alfio Tommasini (Svizzera)
Leo Delafontaine (Francia)
Peter Arathon (USA/Guatemala)
Gianni Baumann (Svizzera)
Rachele Monti (Svizzera)
Arguiñe Escandón (Spagna)
Daniela Bacchetta (Italia)
Nathalie Bissig (Svizzera)
Francesco Girardi (Svizzera)

Pictures credits:
Alfio Tommasini (1,2,3,4,5,10,13,14,16,17,18,19)
Francesco Girardi (6,7,8)
Federico Sutera (9,11,12)